UN CATAMARANO A PONZA: IL RACCONTO DELLO SKIPPER CLEMENTE!
Era un weekend di Giugno. Skipper di un gruppo di amici, quasi tutti di Milano, su una barca nel bellissimo golfo dei poeti in Liguria. Lerici, Fezzano, Le Grazie. Tra le varie chiacchiere di pozzetto, mi trovo a decantare la bellezza unica delle Isole Pontine. Nessuno di loro vi era mai stato prima e così, in un attimo, nasce l’idea di un Weekend a Settembre.
In men che non si dica, ci ritroviamo un venerdì sera tutti a bordo di un comodissimo catamarano, a Nettuno, pronti a salpare.
I soliti rituali pre-partenza … appuntamenti, orari, cambusa, check-in della barca e via .. inizia il weekend.
E come spesso avviene i piani sono fatti per saltare. Almeno all’inizio. 😊
Avevo organizzato l’equipaggio per una cena in barca e un piccolo riposino prima di salpare per raggiungere Ponza alle prime luci dell’alba. Quando posso, preferisco evitare di arrivare a destinazione nel cuore della notte.
Avevo pianificato tutto …. ma dimenticato una cosa: l’allegria spontanea e illimitata che sempre nasce dalla magica combinazione di una barca e di un gruppo di amici affiatati. Quella che originariamente doveva essere una cena seguita da un piccolo riposo si trasforma in una serata di allegria, musica, spensieratezza e … fragorose risate … tante … impossibili da domare … che mi portano a mollare gli ormeggi di corsa per non arrecare ulteriore disturbo ai vicini di barca.
Destinazione Cala Feola, sul versante orientale dell’isola di Ponza. Il meteo era perfetto.
Arriviamo a destinazione ancora con il buio. Dormono quasi tutti. Il tempo di filare l’ancora, controllare l’ormeggio e poi giù in dinette a rubare qualche ora di sonno.
Al mattino, lo spettacolo è esattamente quella magia che Cala Feola sa regalare. Un fondale con sabbia chiarissima, un mare azzurro e un’acqua limpidissima che fanno da contorno a delle vasche scavate dal mare nel tufo e che formano delle vere e proprie piscine naturali.
Gli amici milanesi, uno ad uno, escono dalle cabine e salgono su in coperta stropicciandosi ancora gli occhi. Incantati. Era la bellezza che gli avevo descritto. Probabilmente molto di più di quanto avessero immaginato.
Il tempo di una veloce colazione e tutti in acqua. Nuotando lasciandosi avvolgere da quell’acqua stupenda ed esplorando i contorni della loro prima rada a Ponza. La felicità era incontenibile. Quanto la bellezza del luogo.
Passano un paio di ore così. Tra tuffi, musica, chiacchiere, relax. Arriva anche il momento dei primi stuzzichini. Chi mangia frutta. Chi stappa una birra. Chi è semplicemente disteso a prua. A ognuno il suo.
Il mio piano era cercare di fargli vedere quanto più possibile di Ponza. Così, poco prima di pranzo, richiamo tutti all’ordine, issiamo l’ancora e imposto rotta per l’Arco Naturale.
Ero sicuro che la combinazione Arco Naturale e Cala Core li avrebbe lasciati senza parole.
Ed è stato esattamente così. Abbiamo la fortuna di incontrare una rada per nulla affollata. I vantaggi di navigare a Settembre. Caliamo l’ancora sul fondale sabbioso, in un’acqua azzurra talmente trasparente da vedere perfettamente il punto di ancoraggio. E, sotto la maestosità e lo sguardo vigile dell’arco, è il momento del pranzo. La magia è totale. Si è portati a parlare a voce bassa con l’idea di non disturbare la bellezza che ci circonda .. almeno fin quando non arriva il momento dei tuffi in acqua e del solito passaggio con il tender sotto l’arco … leggenda vuole che in questa occasione si esprima un desiderio.
Il pomeriggio prosegue su queste armonie. Allegria, contemplazione del posto, bagni, musica, riposo, fin quando all’inizio del tramontar del sole, decido di tirar su l’ancora per puntare Chiaia di Luna dove intendo trascorrere la notte. Il meteo lo consente.
Accendo il motore e mi ritrovo ad attraversare Cala Core proprio mentre il sole inizia a nascondersi dietro il costone roccioso. Ne approfitto per raccontare la leggenda legata a quella “macchia” gigante a forma di cuore che ha dato il nome alla cala. Un’esperienza davvero unica per il mio equipaggio milanese.
Durante la navigazione, una dietro l’altro, scorrono la spiaggia del Frontone, il porto e le luci della città di Ponza, Punta della Madonna, Scoglio di calzone Muto e poi, finalmente Chiaia di Luna che, come immaginavo, lascia tutti senza parole.
Chiai di Luna è senza dubbio uno dei miei posti preferiti. Un vero e proprio anfiteatro naturale contraddistinto da scogliere di tufo giallo e bianco a strapiombo su un mare con acque turchesi, trasparenti e cristalline.
Considerato l’orario, troviamo una rada quasi deserta, il che ci permette di ancorare con estrema facilità e di goderci quasi in solitudine una magica serata. E la colazione del mattino dopo non è da meno. Il sole è caldo, l’armonia e l’allegria a bordo sono al massimo. Si ride, si canta, si nuota. Il weekend sta procedendo alla grande. La bellezza di Ponza è indescrivibile.
Purtroppo, il weekend scorre veloce, e i posti magici che voglio fare vedere ai miei amici milanesi sono tanti. Decido le ultime due tappe del nostro viaggio.
Verso mezzogiorno tiro su l’ancora. Salutiamo con un ultimo sguardo la magica rada di Chiaia di Luna e imposto rotta verso il Faraglione di Mezzogiorno a Palmarola dove arriviamo in meno di un’ora di navigazione. Calo l’ancora per un ancoraggio veloce. Il tempo di portare l’equipaggio a fare un giro con il tenderino attraverso una delle affascinanti grotte del posto. La natura è sempre in grado di regalarci spettacolari e l’equipaggio ne resta incantato. Nasi all’insù a godersi la meraviglia di quelle grotte su un mare blu cristallo.
È giusta l’ora del pranzo. Tutti a bordo. Il sole scotta ma il catamarano offre ampi ripari. Si stappano le ultime bottiglie di vino bianco. Si brinda .. ancora. E poi, purtroppo, arriva il momento di dover andar via e far rotta verso Nettuno.
Ma… prima di puntare prua verso Nettuno … manca la ciliegina finale sulla torta. Le Cattedrali di Palmarola. Avevo riservato questa sorpresa per me e non vedevo l’ora di presentargliela.
Risalgo Palmarola lungo il suo versante orientale e appena superata punta tramontana, viro a sinistra ed eccole … le bellissime cattedrali. Un regalo incredibile della natura. Una serie di quattro grotte naturali divise da “colonne” di roccia che affondano nel mare. Il nome “cattedrali” deriva dall’imponenza del luogo e dal fatto che la loro architettura ricorda quella di una chiesa in stile gotico che si erge direttamente dal mare.
L’equipaggio resta immediatamente rapito dalla bellezza del posto. Tutti in fila sulla prua del catamarano. Tutti in un silenzio quasi solenne e, a completare il quadro della magia, dalle casse suona “I wish you were here” dei Pink Floyd. Non credo esistono parole adatte a descrivere la magia del momento.
Al timone conduco il catamarano attraverso lungo l’intera insenatura.
L’ultimo saluto, l’ultima nota dei Pink Floyd e poi, ciao, questa volta rotta definitiva su Nettuno.
Che weekend ragazzi!!!!
Che favola!!!!
Lo Skipper Clemente!
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