L’esperienza dello skipper
La sicurezza prima di tutto, sempre.
14 Agosto 2018 – Decisi di concedermi alcuni giorni di vacanza con alcuni amici, ci eravamo organizzati per visitare l’arcipelago Pontino. L’isola di Ponza, essendo quella più viva delle Pontine rappresentava la tappa principale. Convinti di trascorrere a terra la serata approdammo nella rada del Frontone e finito il via vai dei barconi turistici calai l’ancora in fondo alla baia, vicino ad un amico velista che avrebbe dato uno sguardo anche alla mia barca.
Ci preparammo per scendere, il Taxi-boat stava arrivando, controllai il meteo: vento di Levante in arrivo per le ore 22, le previsioni erano improvvisamente cambiate. Purtroppo sia il porto che la spiaggia del Frontone si trovano sul lato occidentale dell’isola di Ponza, e quindi esposti al vento proveniente da est. Il nostro approdo non era più poi così tranquillo specialmente visto il sovraffollamento nella rada.
Avvertendo il cambiamento repentino dell’aria, decisi di rimanere in barca. Mai scelta fu più giusta!
Ore 22.45. Il vento soffiava sempre più fastidiosamente, in sottofondo un rumore di salpancore che filavano le catene. Per puro caso, dando un’occhiata alla mia distanza dalle barche vicine, sentii un rumore di vele che sbattevano. Mi voltai e il genoa della barca davanti si srotolava, iniziando a prendere vento e facendo navigare la barca nella rada. L’ancora non tenne ed iniziò a seguire fedelmente i movimenti della barca, che inesorabilmente si schiantò ripetutamente contro un’altra barca vicina.
Il vento aumentava e, come se non bastasse, iniziò a diluviare. In quel momento capii che l’ormeggio non era sicuro. Richiamai il mio equipaggio sulla barca perché ci saremmo dovuti spostare dall’altra parte dell’isola.
La sicurezza prima di tutto. Tirai fuori i giubbetti auto-gonfiabili e feci un piccolo briefing ai ragazzi appena risaliti sulle regole per la navigazione notturna. Così, tra fulmini, pioggia incessante e raffiche di vento, partimmo alla volta di Lucia Rosa, una baia mozzafiato esattamente dalla parte opposta dell’isola di Ponza.
Una volta lasciata l’insenatura che fino a pochi attimi prima ci aveva ospitato, notammo che una lunga coda di barche aveva iniziato a muoversi, a quanto pare avevano avuto la nostra stessa idea: fare il giro dell’isola alla ricerca di un approdo sicuro dove passare la notte.
Lo skipper Matteo