La prima cosa che imparerete in un corso di vela? I nomi delle vele, le cime per manovrare le vele e la nomenclatura che caratterizza il linguaggio a bordo di una barca a vela.

Un linguaggio tecnico che all’inizio può sembrare difficile ma che presto diventerà naturale e immediato.

Iniziamo insieme a conoscere la barca a vela.

nomenclatura, vele e cime

Le vele

Le vele sono gli elementi di propulsione di una unità a vela; ce ne sono di molti tipi e forme, ma ci soffermeremo su quelle dell’armo più comune per le unità da diporto, lo sloop.

La vela principale di uno sloop è la vela posta a poppavia dell’albero, la randa, mentre quella di prua è detta fiocco (i fiocchi di grandi dimensioni sono chiamati genoa).

I nomi che assumono i lati e gli angoli di queste due vele sono gli stessi: il lato di prua è chiamato caduta prodiera o inferitura o ralinga, il lato inferiore è la base mentre il lato di poppa è la caduta poppiera o balumina.

L’inferitura della randa viene inferita (inserita) in una canaletta dell’albero  oppure tramite dei ganci detti garrocci.

Il fiocco può essere ingarrocciato, sempre tramite i garrocci, allo strallo di prua oppure inferito nella canaletta del cosiddetto strallo cavo (in questo caso possiamo avere anche il rollafiocco per avvolgere la vela, molto usato sulle barche da crociera).

La base della randa viene fissata al boma, mentre quella del fiocco rimane libera.

nomenclatura barca a vela         nomenclatura barca a vela

L’angolo superiore delle due vele è chiamato angolo di penna o di drizza e viene usato per incocciarvi la cima che serve a issare la vela, la drizza.

L’angolo inferiore di prua è l’angolo di mura, mentre l’altro è l’angolo di scotta.

Le manovre correnti

Per manovre correnti si intende l’insieme di cime che vengono usate durante la navigazione per la regolazione dell’albero e delle vele.

Le principali manovre correnti sono:

  1. Drizze; incocciate all’angolo di penna permettono di issare e ammainare le vele.
  2. Scotte; permettono la regolazione delle vele, cambiandone l’angolo di incidenza con il vento e la forma, smagrendole o ingrassandole (diminuendo o aumentando concavità) in base all’andatura.
  3. Carrello di randa o trasto; cambia l’angolo di incidenza della randa senza modificarne la forma. Si utilizza nelle andature portanti per aumentare l’apertura del boma, e soprattutto di bolina, con l’aumentare del vento e del conseguente sbandamento, si scarrella sottovento per diminuire l’effetto sbandante della randa senza cambiarle la forma con la scotta.
  4. Punto di scotta (carrello del fiocco); la sua regolazione è funzione della dimensione della vela di prua e del grasso che vogliamo darle, più è appruato più ingrassiamo la vela, più è appoppato più smagriamo la vela e svergoliamo la balumina.
  5. Vang o ritenuta del boma; È fondamentale nelle andature portanti (lasco, poppa), perché trattiene il boma verso il basso.
  6. Cunningham; regola la tensione dell’inferitura della randa.
  7. Tesabase; regola la tensione della base della randa.
  8. Amantiglio; sostiene il boma durante le soste a vele ammainate o durante la presa di terzaroli.
  9. Paterazzo; strallo di poppa che diviene manovra corrente nel momento in cui può essere regolato in navigazione. Viene cazzato per smagrire entrambe le vele in caso di rinforzo del vento. La sua regolazione flette l’albero che va ad “assorbire” il grasso della randa e mette in tensione lo strallo di prua, diminuendone la catenaria e conseguentemente smagrendone il fiocco.

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