Tutta la mia vita è lì dentro. Anzi lì fuori. Sopra di Lui, in mezzo a Lui.
Come facciamo a spiegarlo a chi, guardandolo, vede solo acqua.
Da lì provengo, lì voglio stare, lì vorrei morire. Quando ritornando alla barca, che mi aspetta ciondolando e salutandomi con le sue luci e poi con i suoi rumori, attraverso la rada sul tenderino non sai che gioia. E se non mi vedeva nessuno, di notte, tra riflessi dorati di stelle e gocce d’acqua, quella gioia arrivava fino alle lacrime. Oppure al timone, mentre gli altri dormono, e siamo solo io e Lui. E mi regala, certe volte, ebrezza inaspettate: lune smielate, fuochi artificiali lontanissimi, scie fluorescenti, e mille altre cose.
Come faccio a descrivere tutto questo. Solo chi naviga lo sa. Solo chi ama Lui, riesce a comprendere e mi capisce.
Niente è così bello, così profondo ed indispensabile.
Il racconto di Raffaello