La regolazione delle vele, cosa ci dicono i “telltales”.
Quante volte ci è capitato di vedere il nostro skipper andare ad armeggiare con le scotte mentre eravamo in navigazione di bolina verso la nostra nuova rada da visitare? Vediamo di comprendere qualcosa, senza entrare in tecnicismi da America’s Cup, accennando semplicemente a delle nozioni di base che ci permetteranno di essere più consapevoli delle regolazioni effettuate durante le nostre veleggiate.
Oltre a regolare le vele sui cambi di rotta e di andatura c’è da tener conto che i venti non sono costanti nell’intensità e nella direzione, soprattutto nelle nostre rotte abituali dove sono influenzati dalla morfologia costiera. Le vele vanno quindi messe a segno ad ogni variazione di andatura o variazione di vento per fare in modo che l’aria si disponga con un flusso laminare su entrambi i lati senza creare turbolenze. Questa regolazione si attesta a circa 30° di incidenza rispetto alla direzione del vento. Ma come farlo senza ricorrere a goniometri o a calcoli matematici?
Il metodo più immediato per regolare una vela sulle andature di bolina è, una volta in rotta, lascare la scotta fin quando la vela non inizia a “rifiutare”, ovvero quando nella zona più prossima alla sua inferitura (la parte più avanzata della vela) inizia a perdere la sua forma convessa. Non appena si intravede il primo cenno di rifiuto la scotta va cazzata e bisogna fermarsi non appena la vela riprende nuovamente la sua forma convessa.
Questa operazione può essere eseguita sia con la vela prodiera (fiocco o genoa) sia con la randa, tenendo in considerazione che per quest’ultima bisogna avere un po’ più di pazienza dato che l’ingombrante profilo dell’albero e i rifiuti provenienti dalla vela prodiera possono creare delle turbolenze che rendendo questa regolazione meno immediata.
Una volta fatta questa sistemazione di base si potrà andare a regolare le vele in maniera più di fino. Qui ci vengono in aiuto i “telltales” o “segnavento”, fili di lana posti sule vele e applicati a varie altezze su entrambi i lati.
Per essere sicuri che le vele siano regolate nel modo corretto dobbiamo assicurarci che sia i segnavento interni, cioè quelli sopravento, sia i segnavento esterni, cioè quelli sottovento, mantengano contemporaneamente e costantemente un fileggiamento orizzontale. Questo sarà indice del corretto flusso laminare presente sulla vela.
Nel caso in cui i segnavento esterni dovessero cadere vorrà dire che abbiamo la vela troppo cazzata oppure che siamo troppo poggiati, si dovrà quindi lascare o correggere col timone ed orzare leggermente.
Di contro se dovessero cadere quelli interni starà a significare che la vela è troppo lascata o siamo troppo orzati. In questo caso la vela andrà cazzata o bisognerà poggiare.
Capiterà che sullo stesso lato della vela avremo dei segnavento che si mantengono orizzontali ed altri che invece cadono inesorabilmente, questo è dato dalla forma della vela che andrà sistemata a puntino con altre regolazioni deputate ad altre manovre ma, per i nostri scopi, basterà osservare il corretto fileggiamento di quelli posti a mezza altezza della vela, lì dove si sviluppa la maggiore potenza.
Queste semplici regolazioni infatti saranno più che sufficienti per farci arrivare perfettamente in “orario aperitivo” nella nostra nuova ed accogliente rada.
Lo skipper Francesco
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