AVARIE AL TIMONE

Dai dati riportati da una delle più note testate del settore nautico, risulta che una barca su cento tra quelle impegnate in lunghe trasferte oceaniche, ha riportato problemi al timone. Spesso questa eventualità spinge gli equipaggi all’abbandono della barca.

In effetti, riflettendoci bene, sono molteplici le cause che possono portare ad un avaria del timone. vediamole assieme:

  • Rete od oggetto che blocca la pala dall’esterno;
  • Superamento fine corsa timone;
  • Rottura del collegamento catena – frenelli;
  • Rottura dei frenelli;
  • Rottura delle pulegge;
  • Impatto contro rocce;
  • Impatto contro oggetti semi sommersi;
  • Impatto contro cetacei in risalita;
  • Corrosione dell’intelaiatura interna in acciaio.

Per fare fronte a tale evenienza è fondamentale cercare di individuare tempestivamente e con sicurezza la modalità con cui questa avaria si manifesta: esistono infatti diverse azioni correttive che possono essere messe in pratica per raggiungere il nostro scopo fondamentale, che è mettere la barca in sicurezza, in questo caso specifico ciò si realizza riacquistando una completa o parziale manovrabilità. Con alcuni semplici test possiamo identificare la causa della perdita di manovrabilità e capire come porvi rimedio.

Check: La barra/ruota è bloccata o gira liberamente?

  1. È bloccata
  • E’ inserito il pilota automatico
  • Rete od oggetto sommerso la tiene bloccata
  • Ho superato i finecorsa del timone 
  1. Gira liberamente
  • Avaria all’agghiaccio
  • Distacco totale o parziale della pala

Considerando il caso 1) possiamo attuare le seguenti contromisure:

–  Pilota automatico ingaggiato: 

Banalmente, su alcune imbarcazioni, i comandi del pilota automatico sono sulla spalliera di una delle panchetta ove, inavvertitamente, il nostro passeggero amante delle comodità, ha appoggiato la cuscineria per godersi un meritato riposo, spossato dalle fatiche del pranzo mentre stiamo effettuando il trasferimento pomeridiano, ingaggiando il pilota automatico!

– Rete od oggetto che blocca la pala dall’esterno:

Eh, qui bisogna pianificare una immersione, se le condizioni lo consentono, per  verificare le condizioni e tentare di rimuovere il blocco (rete, cima..);

– Superamento fine corsa (a seguito, ad esempio, di una Straorza o una Strapoggia):

Si puo verificare un superamento dei fine corsa con relativo blocco della trasmissione soprattutto nei timoni a barra: ad esempio nel caso (tipico in porto) di retromarcia  brusca, in cui la barra non sia saldamente controllata dal timoniere, e la pala del timone si scontri all’improvviso), Il recupero è far scavallare nuovamente i fine corsa ; 

Nel caso 2) Ruota che gira liberamente possiamo ipotizzare:

– Avaria all’agghiaccio:

Rottura del collegamento Catena – Frenelli → Verifichiamo se è possibile ispezionare la trasmissione del timone a ruota aprendo gli sportelli di accesso sotto le ruote o nel gavone di poppa e se siamo fortunati,  con barca all’ancora, si puo cercare di porre rimedio all’agghiaccio danneggiato ove con tutta probabilità è saltato la “Falsa maglia” che funge da fusibile nel collegamento tra catena e frenelli;

Rottura dei Frenelli → Non si può intervenire senza attrezzature e ricambi adeguati;

Rottura delle Pulegge → Non si può intervenire senza attrezzature e ricambi adeguati;

– Perdita della pala (a se¬guito di forti impatti con corpi galleggianti o per corrosione dell’intelaiatura interna):

Non si può intervenire senza attrezzature e ricambi adeguati. Chiaramente se il problema si riscontra alla ruota (o alla barra) si può intervenire installando la barra di rispetto che ogni imbarcazione dovrebbe (per Legge!) avere in dotazione.  Avete mai provato ad usarla? A parte il fatto che di solito, essendo ingombrante, è sepolta nel gavone più inaccessibile, sicuramente quello dove avete messo il tender sgonfiato… una volta installata presenta qualche problema: Per non interferire con la colonnina della ruota, ha forme particolari, a volte capovolte rispetto alla consuetudine ed il suo utilizzo può non essere intuitivo per chi è abituato ai timoni a ruota. Inoltre questo accessorio agisce direttamente sulla pala e non ha sistemi di demoltiplica, per cui lo sforzo che occorre esercitare è di gran lunga superiore a quello sulla ruota;

È quindi raccomandabile che vengano effettuati test di conduzione con la barra di rispetto, visto che se ci serve, probabilmente siamo in condizioni di emergenza, magari con mare formato e barca alla deriva e non è il momento migliore per fare esperimenti.

I CASI GRAVI

Nei casi piu gravi, in cui per diversi motivi le soluzioni precedenti non siano praticabili o la pala sia effettivamente completamente o parzialmente distaccata, premettendo che un equipaggio accorto che si prepari a lunghe traversate farebbe bene ad installare sulla pala due serie di golfari imbullonati tra loro che potrebbero tornare utili per fare fronte a un’avaria all’agghiaccio consentendo di governare muovendo la pala con cime (due per lato) portate su verricelli sui due lati della poppa, vediamo quali sono due soluzioni possibili:

1) Poiché l’assenza del timone si traduce in una perdita di resistenza laterale dello scafo in navigazione, un sistema per ristabilire il corretto bilanciamento può essere quello di impiegare una lunga e grossa cima filata di poppa meglio se con qualcosa agganciato che ne aumenti la resistenza rimanendo immerso sotto il pelo dell’acqua (spera, bugliolo, sacco di vele, altro). E’ consigliato disporre di cime utili per regolarne la posizione sul bordo voluto tra i 15 ed i 30 metri che andranno dalla catena cui è attaccata la resistenza (per tenerla sotto il pelo dell’acqua) a due bozzelli collegati alla falchetta a centro barca e di qui rinviati ai due winch in pozzetto;

2) Timone di emergenza. L’esotico ma efficace timone di emergenza sperimentato da Eric Tabarly che utilizzò il tangone con legati alla sua estremità immersa attorno due paglioli (ricavabili ad esempio da quelli sotto i materassi), legati con delle cuciture passanti attraverdo fori ricavati con trapano a mano (altro accessorio non esattamente consueto a bordo..): il tangone, avvolto di stracci nel punto di contatto con lo specchio di poppa e vincolato al paterazzo, viene poi condotto a mano o comandato attraverso i winch attraverso due cime passanti per due bozzelli fissati in varea. 

Una bella descrizione sI trova nel libro di Pietro Caricato “Parola di Skipper” (Ed. Incontri Nautici) che, tra l’altro, vale la pena di rileggere regolarmente e con attenzione..

Per finire, mentre cerchiamo di risolvere il problema, non dimentichiamoci dove siamo e cosa sta facendo la barca: se la soluzione non è praticabile con quanto visto, è opportuno iniziare a pensare ad una richiesta di soccorso la cui urgenza andrà valutata in base alle condizioni meteomarine, alla posizione e distanza dalla costa, allo stato del nostro equipaggio. 

 

Lo skipper Giovanni

 

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