Luogo d’origine e traiettorie delle perturbazioni
Le perturbazioni che interessano l’Europa occidentale e il bacino del Mediterraneo, ci giungono, salvo rare eccezioni, da Ovest. A far da culla alle perturbazioni, sono le zone depressionarie di Terranova, le coste meridionali della Groenlandia e dell’Islanda.
L’aria calda e umida che sovrasta il Tropico del Cancro, aggirando da sud l’anticiclone delle Azzorre, giunge nelle Antille, piega verso nord al largo delle coste americane e arriva su Terranova. Contorna poi le coste della Groenlandia e dell’Islanda e si dirige verso l’Europa. In questo percorso si può chiaramente riconoscere la traiettoria della Corrente del Golfo. Giungendo su un mare più freddo, l’aria calda e umida di origine tropicale condensa una parte del vapore in essa contenuto. Ciò spiega le basse pressioni nonchè le nebbie spesse e persistenti che affliggono quella zona meteorologicamente diseredata che è appunto Terranova.
Mentre l’aria tropicale aggira con un movimento orario l’anticiclone delle Azzorre, l’altra massa d’aria, d’origine artica o polare, aggira a sua volta in senso antiorario le zone depressionarie dell’Atlantico Settentrionale. Le posizioni delle depressioni e dell’anticiclone delle Azzorre determinano la latitudine alla quale si scontrano la massa d’aria polare e quella tropicale, in altre parole l’altezza del fronte polare. Se l’anticiclone delle Azzorre non oltrepassa i paralleli 45°-50° N (ciò avviene specialmente d’inverno), il fronte polare può essere situato alle nostre latitudini. In tal caso, il fronte polare è rigettato oltre il sessantesimo parallelo N e le perturbazioni andranno ad interessare i paesi scandinavi senza toccare il bacino del Mediterraneo. Sì è allora in regime anticiclonico.
Per concludere, tutte le perturbazioni nel nostro emisfero si muovono verso E per la forza di Coriolis, dovuta alla rotazione terrestre e verso S per la circolazione generale del pianeta. La risultante fa si che le depressioni, che interessano il mediterraneo, si muovano da NW a SE.
Il vento e il mare nelle perturbazioni.
Una perturbazione si sposta dando origine a situazioni meteorologiche diverse facilmente individuabili e, dopo un attento esame delle carte sinottiche, facilmente delimitabili in zone che possiamo ridurre a quattro:
- Una zona davanti il fronte caldo;
- Una zona compresa fra il fronte caldo e il fronte freddo;
- Una zona dietro il fronte freddo;
- Una zona a settentrione della perturbazione.
In queste quattro zone, che abbiamo schematizzato in figura, il vento soffierà più o meno intensamente creando differenti stati d’agitazione del mare.
Zona a. Il vento soffia quasi perpendicolarmente alla direzione di spostamento della perturbazione. Essendo breve la sua durata, le onde che ha formato sono coperte da quelle che seguono. Il mare è confuso, caotico.
Zona b. Il vento soffia forte con direzione parallela a quella di spostamento della perturbazione. Essendo il fetch contenuto fra i due fronti (caldo e freddo) la sua lunghezza è limitata e perciò insufficiente a formare onde molto alte. Ciò nonostante nel Mediterraneo, quando una depressione si sposta lungo l’asse maggiore del bacino, il fetch può raggiungere una grande lunghezza.
Zona c. Dietro il fronte freddo, il vento si orienta secondo la direzione della perturbazione e la lunghezza del fetch aumenta con lo spostarsi della perturbazione stessa. Le onde possono raggiungere le massime altezze, specialmente all’estremità SW del fronte freddo, (nella figura 49 il punto P).
Zona d. Qui la direzione del vento è contraria a quella di spostamento della perturbazione. Le onde sono contenute e di breve durata.
Si possono finalmente trarre alcune conclusioni di ordine pratico.
Se, dopo aver ascoltato l’ultimo bollettino, si presume che una perturbazione passerà presto sul nostro meridiano, è indispensabile prestare attenzione alla direzione e alla forza del vento. Il vento con direzione contraria a quella della perturbazione indica che il brutto tempo passerà a sud senza toccarci e che il mare, nei nostri paraggi, sarà agevole. Il vento con la stessa direzione della perturbazione porterà mare grosso e le onde assumeranno un’altezza che è compatibile con la lunghezza del fetch. In questo secondo caso, il diportista in navigazione prenderà le opportune misure che riterrà più giuste (ridossarsi qualora possibile) mentre chi si trova ben ridossato rimanderà la partenza. Abbiamo cercato di mettervi in grado di guardare con confidenza la carta sinottica che la TV ci presenta tutte le sere. Ma, attenzione, l’attendibilità di una previsione è in relazione alla sua validità, cioè all’intervallo di tempo che deve coprire. Una validità di 12 ore deve essere considerata come probabilistica poiché durante questo periodo si possono formare delle depressioni o degli anticicloni secondari non segnalati. Se, per esempio, una depressione secondaria si stabilisce sul Golfo di Genova, e ciò accade più spesso di quanto non si pensi, le condizioni del tempo sul Tirreno saranno peggiori di quelle annunciate dalle previsioni fatte in base all’elaborazione delle carte sinottiche.
Pertanto, se è indispensabile che il diportista conosca gli schemi del cambiamento del tempo e sappia leggere una carta sinottica, è anche ragionevole che diffidi di frasi come “pioggia o bel tempo su tutte le regioni”.
Per chi naviga in acque ristrette l’unico sistema di prevedere il tempo è il seguente:
- Seguire l’evoluzione del tempo, mediante l’interpretazione di due o tre carte sinottiche emanate a distanza di 24 h l’una dall’altra (sono sufficienti quelle mostrate dalla TV);
- Osservare criticamente il cielo;
- Osservare criticamente il vento, la sua forza e i salti di quadrante;
- Consultare il barometro, il termometro e l’igrometro;
- Confrontare le previsioni ufficiali con la realtà.
Per approfondire l’argomento
Leggi anche:
> Circolazione generale dell’atmosfera: masse d’aria, fronte polare e perturbazioni
> Fenomeni mete: fronti e perturbazioni
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