La buona arte marinaresca nell’ancoraggio e il buon senso civico consistono in una solida base per godersi in tranquillità bagni e sole in una bella rada nei caldi giorni di estate.

Non urlare, non ascoltare musica troppo alta, evitare di gettare in mare rifiuti anche, dove sia possibile, di genere alimentare, utilizzare prodotti eco-sostenibili, essere di aiuto e prestare soccorso sono la base di un senso civico ed educazione per condividere sia una rada che per aiutare il nostro già agonizzante mare. L’abilità di prevedere possibili cambi del meteo, del vento e della corrente e quindi affrontare questi cambiamenti preventivamente nella sicurezza di tutti ed in tempi utili; avere il giusto spazio di sicurezza per se e rispetto alle tante altre barche ospiti del posto.

Prima di arrivare nella nostra destinazione, andiamo ad informare l’equipaggio sulla manovra di ancoraggio nelle sue diverse fasi:

  1. Appennellare un ancora affinchè non colpisca il musone e provocare danni alla  barca;
  2. Il calumo (catena) da far scendere in acqua; la tensione del calumo durante manovra;
  3. La lunghezza del calumo (da 3a 5/8volte rispetto la profondità e considerando eventuali cambiamenti del meteo) in base alla profondità su cui si deciderà di fermarsi;
  4. I fondali che andremo a prediligere che dovrebbero essere costituiti da sabbia, in modo che l’ancora abbia le migliori possibilità di farvi presa; rocce e pietre possono provocare danni strutturali all’ancora ed inoltre esiste una probabilità di incaglio.
  5. Dopo essere arrivati nella rada, andiamo lentamente a fare un giro di sopralluogo al fine per renderci conto in generale sullo stato di eventuale affollamento e della determinazione del nostro punto di sosta considerando di voler dare fondo su una profondità preferita di sicurezza non maggiore ai 5-7 mt
  6. Scelto il punto che voglia essere il più protetto assicuriamoci di avere a disposizione ampio spazio per i movimenti della barca (il cosiddetto “giro di ruota”).
  7. Controlliamo che il fondale sia privo di alghe o piante (Posidonia), mi dirigo verso la poppa di un imbarcazione già ormeggiata.
  8. Appena la barca comincia a muoversi indietro (per azione del motore, del vento o la corrente) lasciare scendere l’ancora e quindi filata la catena mentre la barca retrocede evitando così che la catena vada ad ammucchiarsi sull’ancora sul fondale rendendo nullo l’ormeggio e verificando che la linea d’ancoraggio non sia troppo poca e tesa (facendo arare l’ancora) fino a raggiungere un calumo di almeno 3 volte il fondale; un po di retromarcia sostenuta per verificare che la linea di ormeggio sia sicura.
  9. Scendo in acqua e vado a controllare la posizione dell’ancora rispetto al fondale, sopratutto se in quel posto devo passarci la notte e/o in presenza di cambiamenti meteo, oltre a prendere dei riferimenti a terra (alberi, case, scogli, torri, etc.).

Mi raccomando, RISPETTO, EDUCAZIONE E SOPRATTUTTO BUON SENSO in barca come nella vita!

Lo skipper Vittorio

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